Al Sindaco del Comune di Vercelli
e, p.c. All’Assessore competente
Al Presidente del Consiglio comunale
OGGETTO: INTERROGAZIONE (con risposta scritta)
I sottoscritti consiglieri del Gruppo Comunale Vercelli Amica
VISTE: Le due piste ciclabili tracciate nei giorni scorsi nelle vie Testi e Cadore, che, ipso facto, sono diventate a senso unico, la prima con direzione corso Prestinari-via Trino, la seconda all’inverso via Trino-corso Prestinari;
CONSIDERATO: che questi nuovi sensi unici stanno creando problemi non indifferenti agli abitanti di diverse vie collaterali (Marostica, Chicco, Terracina, etc.) nonché agli utenti della scuola media Verga (docenti, studenti, genitori) soprattutto dopo le 14, al termine delle lezioni, con il traffico che letteralmente impazzisce in quell’area, non avendo più la direzione di sfogo di via Testi (e strade perpendicolari) per raggiungere corso Prestinari:
OSSERVATO: che la delibera della giunta comunale che ha prodotto le due nuove piste ciclabili ne prevede altre in via Trino, strada per Torino, via Baratto, via Bertinetti e corso Magenta
INTERROGA: Il Sindaco e l’assessore competente
PER CONOSCERE:
Per quali ragioni si è deciso di procedere con questa ponderosa rivoluzione della viabilità, senza aspettare un’opportuna e non più procrastinabile revisione del piano del traffico e delle soste, che tra l’altro è negli intendimenti dell’Amministrazione;
Se chi ha studiato i nuovi percorsi non si è peritato di entrare nel merito dei problemi che stanno sorgendo nelle strade collaterali e se questi problemi, secondo i tecnici, dipendano esclusivamente dall’impatto dei cittadini con la novità, oppure siano rilevanti e oggettivi al punto di considerare un ripensamento, adottando le opportune strategie (ad esempio l’inversione di alcuni sensi di marcia nelle strade attigue) per venire incontro alle questioni sollevate dai residenti:
Se, prima di procedere con le altre “ciclabili” si faranno opportuni riscontri per evitare di creare altri problemi.
Le firme
MAURIZIO RANDAZZO
ENRICO DE MARIA
STEFANO PASQUINO