“Era importante fare chiarezza sugli studi epidemiologici svolti fino a oggi sul territorio vercellese”, è il commento dei consiglieri e componenti della V Commissione del Comune vercellese, Stefano Pasquino e Alessandro Stecco, al termine dell’audizione di questa mattina intitolata “Stato di salute nella Bassa vercellese: principali risultati epidemiologici e possibili nuovi interventi”.
Christian Salerno Biologo ed Epidemiologo del laboratorio di Igiene Ambientale, di cui è responsabile Lucio Antonio Palin, del Dipartimento di Medicina Traslazionale dell’Università del Piemonte Orientale con sede a Novara, questa mattina ha esposto la sua relazione alla Commissione in seguito allo studio iniziato sul territorio nel 2010 col sostegno della Lilt e dll’Ordine dei Medici e Chirurghi di Vercelli: “Tale sostegno ci ha permesso di effettuare diverse indagini epidemiologiche sull’area in oggetto con particolare attenzione alla città di Vercelli e ai suoi Comuni limitrofi – spiega Salerno – In particolare il primo biennio di studi 2011-2012 ci ha permesso di svolgere un particolare tipo di analisi epidemiologica sull’area urbana del Capoluogo vercellese suddividendo la città in più di 500 sezioni censuarie all’interno delle quali sono stati collocati più di 3000 casi dal 2000 al 2010 di malattia e decessi per cause tumorali”.
Questa procedura di analisi, a differenza di quelle classiche, considera non solo un eventuale eccesso di malattia per una definita area censuaria ma anche la distribuzione dei casi nello spazio limitrofi, in maniera da poter evidenziare ciò che gli epidemiologi definiscono cluster, cioè raggruppamenti anomali di una particolare patologia in un’area particolarmente limitata e nel suo circondario: “Sono così stati messi in evidenza diversi cluster anomali per la zona sud di Vercelli limitrofa al polo sud industriale, un’area compresa sommariamente tra Corso Tanaro, Corso Casale e Corso XXV aprile, ma anche eccessi in Corso Torino e Prestinari con alcune vie limitrofe: tali zone presentano situazioni di deprivazione socio-economica eterogenee, in particolare per l’area sud sono note ex siti industriali come quella definita ex area Sambonet, che dovrebbero essere oggetto di prossima bonifica alla luce della tipologia di lavorazioni e materiali chimici adoperati presso tale sito industriale”, evidenzia il ricercatore.
Successivamente nel corso del 2013 la stessa analisi spaziale è stata ampliata ai comuni limitrofi a sud del comune di Vercelli identificati come Lignana, Desana, Prarolo e Asigliano, oltre ai comuni a Nord di Vercelli come termine di paragone quali Borgo Vercelli, Villata, Olcenengo e Caresanablot: “In tale studio sono stati evidenziati eccessi in area sud per diverse patologie quali tumori rene, sistema nervoso, sarcomi, mieloma e linfomi – comunica Salerno – Particolare interesse è per il totale tumori e alcune forme onco ematologiche nella fascia di età 0-44 anni in continuità e a conferma di analoghe anomalie evidenziate per alcune sezioni censuarie della città di Vercelli nel precedente studio”.
Successivamente nel corso del 2014 si è prodotto uno studio di coorte storica, ove oltre gli attuali residenti sono stati inclusi anche i flussi immigratori ed emigratori dal 2002 al 2009 per un totale di 66mila residenti, che riguardava sempre Vercelli e i Comuni a sud precedentemente indicati considerando alcuni possibili fattori di rischio quali la vicinanza dell’abitazione alle risaie, esercitare l’attività di agricoltore, abitare in case su strade ad alta percorrenza veicolare, abitare in edifici popolari e la distanza del rischio rispetto al polo industriale a sud della città: “Tra i risultati più interessanti e meritevoli di approfondimento, al netto di diversi confondenti, si è osservata una correlazione per il luogo di residenza per i comuni a sud di Vercelli per tumori del fegato e rene viceversa per il capoluogo si registrano anomalie per tumori emolinfopoietici e vescica oltre ad un generale incremento di diverse sedi tumorali per il sesso maschile – continua Salerno – Passando invece all’analisi della sola città di Vercelli, dove vi erano disponibili maggiori dati, si è correlato l’eccesso per leucemie e mielomi con la distanza abitativa dal polo sud industriale, la vicinanza della propria residenza alle risaie e/o campi coltivati invece è stata correlata a un aumentato rischio per tumori della vescica, colon-retto e totale dei tumori”.
Infine vivere in abitazioni di edilizia popolare e dunque in una situazione di deprivazione socio-economica svantaggiata e perciò più fragile: “E’ stata correlata come incremento di rischio per il totale tumori, faringe e apparato genitale femminile – spiega ancora l’epidemiologo – Infine nel corso del 2015 su indicazione dell’Ordine dei Medici si è provveduta a una prima analisi descrittiva delle patologie cronico degenerative analizzandole sia in termini di fattori di rischio indicati o meno nella scheda di decesso e sia per aree a rischio nell’Asl di Vercelli individuate a oggi attraverso i nostri precedenti studi”.
Tale indagine, in particolare, conferma eccessi per i comuni a sud di Vercelli per malformazioni congenite, apparato respiratorio, malattie del sangue, disturbi psichici, Alzheimer, Sclerosi multipla ed Epatiti: “Buona parte di tali risultati sono sovrapponibili alla recente indagine epidemiologica Arpa – aggiunge Salerno – Alcune di queste patologie possono essere eventualmente correlate con possibili fattori ambientali ma è fondamentale tenere in considerazione altre potenziali fonti di esposizioni a oggi non analizzate quali l’occupazione, esposizione a pesticidi ,il fumo, l’alcool e la famigliarità. Inoltre la presenza di più case di riposo nell’area da noi considerata può inevitabilmente portare a un aumento di certe patologie specie quelle dell’età avanzata come le neurodegenerative”.
Infine nella seconda parte del 2015 inizio del 2016 verrà attivato uno studio caso-controllo sostenuto da Lilt e Ordine dei Medici dove verrà considerata un’area periferica della città di Vercelli dove la maggioranza delle abitazioni si trovano a stretto contatto con i campi seminati a riso e il centro storico dello stesso capoluogo come popolazione di controllo: ad entrambe i gruppi, esposti e non esposti, verrà inviato un questionario ad hoc per considerare i diversi fattori di rischio individuali.
In conclusione: “Ribadiamo che per quanto siano da considerare studi approfonditi e con una metodologia di analisi molto raffinata e dettagliata, nessuno delle nostre ricerche epidemiologiche può stabilire ad oggi un nesso causale specifico e diretto vista la mancanza totale d’informazioni a livello individuale che possono, indubbiamente, incidere nell’eziologia ed aumento di rischio per più forme tumorali e non – comunica ancora Salerno – Come prospettive e possibili interventi sarà nostra premura reperire eventuali fondi dai diversi enti privati e non interessati alla suddetta problematica per un attento approfondimento della bassa vercellese tramite ampia somministrazione di questionario sia alla popolazione sana, malata e possibilmente ai parenti dei residenti deceduti in maniera da poter epurare i risultati delle diverse indagini di popolazione condotte fino ad oggi, di tutti i possibili fattori di rischio concomitanti nell’area e stabilire il più forte e plausibile nesso causale”.
“In particolare il sottoscritto, che è stato autore di diverse pubblicazioni a riguardo, ritiene necessario un attento approfondimento all’esposizione degli stessi occupati a fitofarmaci ed erbicidi con raccolta, possibilmente, di dati riguardanti le molecole adoperate ed eventuale organo bersaglio in caso di verificarsi di patologie – dichiara ancora lo studioso – Ovviamente in un’ottica di collaborazione e di buona gestione e utilizzo delle risorse disponibili, si fa presente che qual ora l’approfondimento della bassa v.se sarà eseguito da enti istituzionali pubblici quali Arpa, Asl e Regione, la serie di studi epidemiologici del Dipartimento a cui afferisco saranno destinati ad approfondire altri cluster nell’area di Vercelli e specialmente l’aspetto del rischio occupazionale dei diversi impiegati e operai nelle varie industrie del vercellese dismesse o tutt’ora attive”, conclude Salerno.
Tutti i documenti riguardanti lo studio, sono reperibili e scaricabili direttamente dall’Home Page del sito Ordine dei Medici e Chirurghi Provincia di Vercelli. All’audizione ha partecipato il Sindaco Maura Forte che ha sottolineato il ruolo importante dell’Amministrazione comunale di Vercelli come cabina di regia per i prossimi studi che dovranno essere svolti: “Nel prossimo bilancio comunale sono previste risorse economiche per finanziare nuovi studi epidemiologici”, comunica il sindaco.
FONTE: TGVercelli.it