Corrado Passera ha presentato oggi a Roma le prime 100 Porte di Italia Unica, aperte dopo l’avvio del cantiere politico avvenuto a metà giugno. “Abbiamo scelto di chiamare Porte – ha esordito Passera – i luoghi d’incontro che Italia Unica sta aprendo nel Paese La metafora è immediata e semplice: dalle Porte si entra nella politica, è attraverso di esse che si trovano energie e idee per rinnovare il rapporto tra cittadino e comunità. Si ristabilisce così la priorità delle scelte, che arrivano dal territorio, non da imposizioni centralistiche”.
Così come il programma, con le centinaia di proposte che ruotano intorno allo shock da 400 miliardi di euro in grado di ridare fiducia al Paese, anche le Porte hanno l’ambizione di essere altrettanto robuste e di innovare la politica partendo dai territori. E per fare questo le Porte di Italia Unica possono già contare sull’entusiasmo di migliaia di aderenti che in meno di quattro mesi e con una partecipazione dal basso, reale e non mediata, valorizzano i capisaldi del movimento: merito, competenza e trasparenza.
In grandi città come Roma, Bologna e Milano (ma non solo) sono state aperte più Porte, così come altre ne sono nate in piccoli centri e tante nei capoluoghi di provincia. Molte, poi, sono state attivate dopo le numerose tappe del viaggio in Italia di Corrado Passera, sia in primavera per il confronto sul programma, sia in estate e autunno con la presentazione del libro “Io Siamo”. “E’ la soddisfazione più grande – ha spiegato Passera – aver visto quei volti all’inizio dubbiosi, trasformarsi in nomi e cognomi e volti di referenti delle Porte”.
Con una età media di 40 anni, la presenza di una percentuale femminile del 40% e di giovani del 25%, i comitati promotori delle Porte di Italia Unica smentiscono la voce che vuole gli italiani disinteressati verso l’impegno politico. Nonostante le delusioni trasmesse dai partiti esistenti (che le sedi le chiudono o non riescono a fondarle), queste prime 100 Porte di Italia Unica sono state avviate, con altre 50 in fase di apertura, grazie a iniziative spontanee.
“Crediamo fortemente nel radicamento territoriale – ha proseguito Corrado Passera, con a fianco il coordinatore nazionale Lelio Alfonso e i responsabili dello sviluppo territoriale, Nello Aliberti, Giorgio Guerrini e Domenico Pannoli – perché la politica oggi sempre di più deve guardare in faccia i problemi concreti, promuovere le proposte coinvolgendo i cittadini, la società civile e gli amministratori locali.”
In questa ottica si inserisce anche la lettera che Corrado Passera ha inviato in questi giorni agli oltre 8000 sindaci italiani, veri baluardi della rappresentanza sul territorio e dell’amministrare il bene comune. “Per far ripartire il Paese c’è bisogno di rafforzare il loro ruolo” ha detto Passera per questo ha proposto di correggere il Patto di Stabilità Interno per permettere alle Amministrazioni Comunali di utilizzare liberamente gli avanzi di gestione e i proventi derivanti da dismissione di proprietà comunali e di prevedere l’incasso diretto delle tasse comunali. Dopo pochi giorni sono già diverse centinaia le manifestazioni di interesse da parte di sindaci di tutta Italia.
Le Porte, con i loro referenti (3 per ognuna) e i loro aderenti (almeno 20), sono dei comitati promotori che diventeranno formalmente associazioni territoriali al completarsi del percorso costitutivo del movimento in partito. “I delegati territoriali saranno anche i protagonisti della Assemblea fondativa di Italia Unica, che si terrà a gennaio – ha sottolineato Passera – perché spetterà a loro la maggioranza dei voti nell’assemblea di questa nuova, grande e aperta casa politica, che nasce per ridare democraticamente voce alle anime liberali e popolari del Paese”.
Il ruolo politico delle Porte sarà importante anche per la partecipazione di Italia Unica alle prossime elezioni amministrative comunali per individuare le candidature valide per il proprio territorio, analizzare il lavoro fatto dai sindaci e dagli amministratori uscenti, declinare il programma sui bisogni dei singoli territori. Si tratta di un’imponente sfida e di una grande responsabilizzazione della società civile, chiamata per la prima volta ad animare un’azione politica “dal basso”, senza imposizioni gerarchiche. Gli aderenti delle Porte di ogni provincia o gruppi di province eleggeranno i loro coordinatori.
Le Porte – oltre all’impegno nelle occasioni elettorali – faranno anche politica attiva di servizio alla collettività: con dossier sulle opportunità e le criticità, attivandosi nell’accorciare lo spazio e il tempo tra i territori che compongono il Paese e le Istituzioni centrali troppo spesso sordo e miope. “La volontà del Governo di scaricare sugli enti locali le proprie incapacità, le troppe emergenze non affrontate, il degrado nelle periferie, le tensioni sociali. Ecco, dove c’è un problema, Italia Unica parte dall’ascolto per tradurre le idee raccolte in proposte concrete delle quali farci promotori in ogni città e paese d’Italia” ha detto ancora il fondatore del movimento politico.
Raccolte di firme, crowdfunding, iniziative culturali, mobilitazioni, campagne media, organizzazione di dibattiti: le Porte di Italia Unica saranno anche e soprattutto questo. Potranno contare, per le idee più innovative, sul coordinamento della squadra nazionale di Italia Unica, ma per le attività correnti finanzieranno autonomamente le proprie attività. Ogni Porta affiancherà alla presenza fisica sul territorio uno spazio di discussione e dibattito autogestito sul sito (www.italiaunica.it) con la possibilità di seguire in tempo reale l’attività della sede del movimento più vicina, partecipare alle discussioni e alimentare anche la sezione sul sito delle proposte programmatiche, attraverso la piattaforma dei media civici.