
Gli “strumenti del mare” suonati dai musicisti della Popoli vengono da legno abituato all’acqua e il concerto “E’ tempo d’incontro”, prima produzione dell’Orchestra, è come un’immaginaria navigazione che tocca le varie sponde delle culture musicali presenti in scena: dai canti tradizionali albanesi e libanesi a quelli indiani e giapponesi per arrivare alla poesia musicata di David Maria Turoldo. Un viaggio in un mare che unisce e non separa, una barca che trasporta una speranza di un noi-sola umanità.
Stefano Pasquino ha commentato l’evento “Gli strumenti musicali fatti con i legni delle barche degli emigrati sbarcati a Lampedusa rappresentano un connubio tra arte, cultura e storia, che intreccia la tradizione musicale con l’esperienza dolorosa e commovente del viaggio dei migranti. Questi strumenti sono il risultato di un atto simbolico che trasforma la materia di un viaggio difficile in espressione musicale, creando un legame profondo tra le storie di chi è stato costretto a partire e quelle delle persone che hanno accolto”.