Idrocarburi, mercurio, piombo e rame oltre le soglie consentite continuano a essere presenti nei terreni sotto l’ex discarica Montefibre, un’area distante qualche centinaio di metri dal fiume Sesia, è quanto risulta dal verbale dell’ultima conferenza dei servizi composta da Comune, Provincia, Regione, Arpa e Asl di Vercelli. All’oggetto della riunione i risultati dei campionamenti svolti nel periodo tra dicembre 2017 e giugno 2018 su acque di falda, gas sotterranei e terreni. Dal verbale emerge che i dati dell’ultima campagna meritano un ulteriore approfondimento. Le analisi sono state svolte dopo che il consiglio comunale in data 16 febbraio 2017 ha votato all’unanimità l’emendamento proposto da Stefano Pasquino (Presidente della Commissione Ambiente) che allarga le analisi dei terreni e delle acque al di là dei 250 mila metri quadrati dell’ex sito produttivo della fabbrica Montefibre. Quest’ultima, oggetto di un piano di riqualificazione, quando era in attività, utilizzava come deposito per i rifiuti un’area a ridosso del fiume Sesia, denominata nello studio «discarica ex Montefibre». Il documento approvato impegnava l’amministrazione a effettuare anche in quella zona i controlli sulla presenza di inquinanti, specie nel periodo di maggiore affluenza delle acque. Dalla conferenza è emersa anche la volontà di coinvolgere i residenti delle villette che si affacciano sull’area interessata dalle indagini, in particolare in via Locati, corso Rigola e via Meucci.
Intervista del Direttore responsabile della testate giornalistica “Notizia Oggi” Daniele Gandolfi
Presidente Pasquino esiste una emergenza ambientale a Vercelli?
Come ho detto nel convegno del 24 novembre scorso dal titolo “la salute dei cittadini” ritengo sia opportuno informare la cittadinanza senza generare allarmismi infondati. Il primo rapporto di giugno 2018 del “Tavolo Ambiente e Salute”, composto da ASL Vercelli, Università del Piemonte Orientale, Comune di Vercelli, Provincia di Vercelli e ARPA ha fotografato la situazione sugli 11 siti inquinati di Vercelli con un procedimento di bonifica ancora aperto. Nel rapporto è stata definita una area “buffer” di sicurezza intorno al perimetro dei siti inquinati ed è stato stimato in circa 4.186 il numero dei residenti potenzialmente esposti. Stiamo parlando di circa il 10% della popolazione di Vercelli inclusi alcuni siti sensibili (scuole).
Per il sito ExMontefibre quante persone sono potenzialmente coinvolte?
2.182 residenti sono potenzialmente esposti, di cui 243 all’interno dell’area perimetrale.
Quindi la sua richiesta, approvata nel 2017 dal consiglio comunale, di effettuare nuove analisi sul sito ExMontefibre era fondata?
E’ fondato sempre applicare il principio di precauzione, visto che l’amministrazione ha avviato un importante piano di riqualifica dell’area, è opportuno verificare anche le aree adiacenti prima di costruire una nuova zona residenziale.
Ha parlato di siti sensibili, un esempio?
Nel sito Ex Sambonet sono 983 i residenti potenzialmente esposti e sono coinvolte all’interno del buffer di 200m: la Scuola materna «Andersen» e l’Asilo nido «Aravecchia» dove sono stati effettuati accertamenti.
Accertamenti che ha contestato
Ritengo che non si siano svolti gli accertamenti adeguati e definitivi, serve una analisi di rischio specifica.
Mentre sulla bonifica?
L’area EX Sambonet è contaminata per quanto riguarda la «matrice suolo» e per la «matrice acqua», è comunque controllata essendo presente un M.I.S.E. a garanzia del confinamento della contaminazione nella matrice acqua interna al sito. La messa in sicurezza d’emergenza (MISE) non è comunque una «misura finale», perché si deve procedere con la bonifica al più presto. Le indagini condotte dagli Enti preposti per la «matrice acqua» permettono di evidenziare due distinte fonti di contaminazione: una prima fonte di contaminazione è riconducibile alle attività lavorative svolte dall’azienda Sambonet. L’analisi di Rischio ad opera di Sambonet, ad oggi, non è mai stata convalidata in attesa di essere integrata. Nell’ipotesi di sua validazione da parte degli Enti preposti, la ditta avrebbe dovuto procedere con la fase operativa della bonifica, e con buona probabilità avrebbe bonificato l’area di sua pertinenza circa la matrice suolo e acqua, senza prendere in esame gli inquinanti della matrice acqua entranti nel sito e provenienti da apporto esterno, in sostanza non sarebbe stata comunque esaminata dalla ditta l’apporto inquinante di monte. Una seconda fonte di contaminazione è di origine sconosciuta, già rilevata nei piezometri di monte idrogeologico esterni al sito, trattasi di tetracloroetilene (PCE) della famiglia dei solventi.
La contaminazione a monte non ha prodotto alcun reale intervento per una sua definizione e risoluzione.
Cosa dovrebbe fare l’amministrazione di Vercelli per affrontare al meglio il problema dei siti inquinati?
Nel marzo 2017 ho inviato una lettera al Sindaco e a tutti i consiglieri comunali per informarli di un forte e preoccupante inquinamento delle falde nell’area ExSambonet, al fine di prevedere risorse economiche nel bilancio comunale per il potenziamento dell’ organico del settore Ambiente del Comune con l’inserimento di personale tecnico qualificato come ad esempio un Ing. Ambientale.
Cosa è successo?
E’ stato dato un incarico a un consulente esterno con competenze ambientali, purtroppo non ho sue notizie da giugno 2018, temo che anche lui abbia rassegnato le dimissioni come i tre Assessori all’Ambiente dell’amministrazione Forte.
Quindi?
Spero che nel prossimo bilancio siano stanziate risorse economiche per il settore Ambiente al fine di potenziare l’organico del settore Ambiente e proseguire con le indagini scientifiche, perché si sa che prevenire è meglio che curare.