Il Consiglio comunale di lunedì 12 marzo 2018 ha riservato l’ennesimo colpo di scena. Il sindaco Maura Forte non ha avuto il numero legale per aprire la riunione consiliare, non solo per le recenti dimissioni di Massa, Comella, Tosi e Capra, ma soprattutto per la mancanza in blocco della maggioranza in aula.
Il motivo della totale assenza dei gruppi del Partito Democratico, Cambia Vercelli e dei superstiti del Gruppo Misto lo ha spiegato il capogruppo del Pd Zappino al termine dell’appello: «A fronte delle dimissioni odierne della Capra, e visto che il numero legale era di 14 consiglieri, era più logico aspettare un nuovo Consiglio per fare le quattro surroghe di Capra, Tosi, Massa e Comella».
Ampiamente preannunciata l’assenza della minoranza, che compatta più che mai, ha ribadito la volontà di non dare alcun appoggio all’amministrazione. In conferenza stampa l’opposizione ha dichiarato: “Ci auguriamo che il sindaco prenda atto della situazione e si dimetta. Nessun commissario prefettizio potrebbe mai fare più danni di quelli causati da un’amministrazione che non ha i numeri per andare avanti e che sta paralizzando la città”.
Pasquino ha dichiarato: “Le dimissioni dei consiglieri della maggioranza sono riconducibili alla mancata condivisione ed alla incolmabile distanza tra il lavoro della giunta e quello dei consiglieri comunali, sovente informati delle decisioni politiche adottate dall’amministrazione dagli organi di informazione. Le attività del consiglio comunale sono ferme da mesi, non si procede ad attuare le mozioni e gli ordini del giorno approvati a maggioranza dal consiglio comunale, da quattro mesi non vi sono risposte alle interrogazioni che devono avere risposta scritta entro trenta giorni, quasi tutti i progetti dell’amministrazione Forte sono bloccati. Sulla carta i 14 consiglieri non ci sono, a meno di colpi di scena. Senza numeri il primo cittadino non può surrogare i dimissionari, e di questo passo non potrà nemmeno approvare il Bilancio di previsione. La mancata approvazione del previsionale, costituisce motivo di decadimento del Consiglio stesso. A poco più di un anno dalla sua naturale scadenza, il mandato del sindaco Pd, caratterizzato da un fuggi fuggi dalla maggioranza e da ben 11 assessori dimissionari – di cui 4 al bilancio e 3 all’ambiente -, vedrebbe finalmente la parola fine”.