Puntuale come un orologio svizzero arriva la reazione dell’opposizione all’annuncio fatto oggi dalla Giunta di Vercelli di procedere alla separazione dei bandi, costruzione e gestione, per quel che riguarda la copertura della piscina del Centro Nuoto. Separazione che era proprio ciò che era stato richiesto dalle opposizioni. È Vercelli Amica ad accendere le polveri sottolineando il “dietro front” della Giunta Forte che fino a ieri pareva intenzionata a concentrare le due attività in un unico bando e oggi invece ha deciso di separare gli atti.
“Nonostante, con un considerevole sforzo di fantasia, il Servizio Comunicazione Istituzionale del Comune tenti di spiegare alla città che, come recita un antico detto vercellese, “il Signore è morto di freddo”, e cioè che il dietrofront della giunta sugli atti separati da attuarsi per la copertura e per la successiva gestione della piscina di via Baratto, sia scaturito da un “confronto” con i consiglieri di maggioranza, è evidente a tutti che si sia trattato di un successo clamoroso della minoranza, che ha ottenuto quanto richiesto nella sua famosa mozione” sottolineano con ironia Maurizio Randazzo, Stefao Pasquino ed Enrico De Maria.
E poi ancora: “La resa di sindaco e giunta dipende inoltre – e anche su questo non ci sono dubbi – anche dal fatto che, anche su questo problema, la maggioranza non c’era più. Perché, se così non fosse, il sindaco avrebbe tenuto duro e portato avanti la scelta originaria, difesa strenuamente anche nella recente riunione congiunta tra terza e quarta commissione”.
Per Vercelli Amica dunque si tratta di una vittoria politica che però non cancella i dubbi sull’opera. “Incassata con soddisfazione questa prima e rilevante vittoria – sottolineano Randazzo, Pasquino e De Maria -, grazie all’unità di tutta l’opposizione, noi continuiamo a ribadire che il progetto di spendere poco meno di due milioni (1 milione e 865 mila euro) per coprire una vasca all’aperto, riducendola di due corsie (da otto a sei) e senza realizzare contestualmente una cosiddetta “vasca minore” per bambini fino a undici anni (e non fino a quattro, come continua a ripetere l’assessore allo Sport) e per i disabili, sia un obbrobrio. Tra l’altro abbiamo “interrogato” sindaco e assessori competenti per domandare come mai i costi, dopo il “ritocco” fatto al progetto originario della Coni servizi, siano lievitati di alcune centinaia di migliaia di euro, per avere pur sempre quello che un arguto termine dialettale definirebbe un “tacon”.”
“Dunque ribadiamo: questo progetto onerosissimo per avere un succedaneo di piscina dovrebbe essere rivisto completamente per aggiungervi una vasca “minore” – concludono da Vercelli Amica -. Oppure, si dia corso all’ipotesi della seconda mozione suggerita dall’opposizione al completo di ricostruire contestualmente e radicalmente l’impianto di via Prati. I bambini e i disabili vercellesi non possono ulteriormente attendere altri due-tre anni, se non quattro (come minimo), affinché si completi la seconda parte del progetto-Centro nuoto, per ritornare a nuotare nella loro città”.