Risposta all’interrogazione posta da Stefano Pasquino
sul problema scorie nucleari nel vercellese.
PREMESSO che
– in Piemonte sono presenti ben tre siti che contengono scorie nucleari, ossia la centrale di Trino (VC), l’impianto Fabbricazioni Nucleari di Bosco Marengo (AL) e l’impianto Eurex di Saluggia (VC) e sul territorio piemontese sono stoccati il 96% dei materiali radioattivi presenti su territorio italiano;
– il territorio vercellese è particolarmente a rischio; in caso di incidenti sarebbe coinvolta anche la città di Vercelli;
– il territorio vercellese è stato e potrà essere interessato dal transito dei treni che trasportano le scorie nucleari;
– il 24 novembre 2006 SOGIN ha chiuso un contratto dal valore di 250 milioni di euro con la francese AREVA per il trasporto del combustibile nucleare irraggiato (190 tonnellate della centrale di Caorso, 32 della centrale di Trino Vercellese, e 13 del deposito Avogadro di Saluggia) presso l’impianto di riprocessamento di La Hague (in Francia) e Il trasporto del combustibile dovrebbe terminare entro quest’anno, per poi fare ritorno nel nostro paese entro il 2025;
– nel mese di maggio 2014 è scoppiata la bolla della corruzione negli appalti dell’Expo 2015 e la magistratura ha aperto un fascicolo d’inchiesta riguardante l’appalto Sogin per il deposito in costruzione Cemex che a Saluggia ospiterà le scorie nucleari liquide;
OSSERVATO che
– una soluzione adeguata per la gestione in sicurezza dei rifiuti radioattivi italiani è attesa da lungo tempo e con favore sono dunque da accogliersi i criteri per la localizzazione di un impianto di smaltimento superficiale, e relativa relazione illustrativa, che l’ISPRA, nell’ambito delle funzioni e compiti di autorità di regolamentazione competente per la sicurezza nucleare e la radioprotezione, ha reso noti ai primi di giugno;
– si tratta dei requisiti che fanno rientrare o escludono un luogo dall’elenco dei siti potenzialmente adatti a ospitare il deposito nazionale unico delle scorie nucleare e tra i requisiti di esclusione ci sono le aree fluviali, fino alla fascia C, in cui rientrano Trino e Saluggia;
– inoltre nella relazione che accompagna il documento, ISPRA specifica che se è vero che per la realizzazione di un impianto nucleare la disponibilità di acqua tra i criteri fondamentali, per un deposito di stoccaggio dei rifiuti l’acqua è il pericolo maggiore, escludendo di fatto i siti vercellesi;
– il rapporto ISPRA parla di rifiuti a bassa e media attività , quelli ad alta attività (la III categoria) sono esclusi, dove finiranno quelli che oggi sono a Trino e Saluggia? Dove finiranno quelli che torneranno dai contratti di riprocessamento?
– tutto ora è nelle mani della Sogin che dovrà presentare, entro sei mesi, la mappatura prevista dall’art.27 del Decreto Legislativo 31/2010, vi sarà poi, entro il 31 dicembre 2014, la definizione del “Programma nazionale per la gestione del combustibile esaurito e dei rifiuti radioattivi”;
INTERROGANO
il Sindaco e l’Assessore competente per sapere come l’Amministrazione comunale di Vercelli intende affrontare il problema delle scorie nucleari sul territorio vercellese.