Milano diventa laboratorio politico con una stretta di mano, quella tra Corrado Passera e Stefano Parisi. Un gesto d’altri tempi in un paese abituato a sotterfugi e tatticismi. Il colpo di scena della campagna elettorale milanese coglie di sorpresa tutti e scatena l’ira di Beppe Sala e dei notabili del renzismo, che proprio non riescono a capacitarsi che il civismo, il merito e la competenza abbiano altre prospettive, visioni e protagonisti al di fuori del Partito della Nazione. Il gesto di Corrado Passera, fatto innanzitutto per la città e per i milanesi, è di quelli destinati a lasciare il segno nella politica italiana. Da oggi il centrodestra si rafforza, si allarga e guarda con ancora maggiore forza ai valori liberali che lo dovrebbero caratterizzare in modo peculiare. Il voto alle amministrative è fondamentale dunque anche in ottica nazionale, perché si ha adesso una coerente alternativa a un modello di potere conservatore e senza altri obiettivi che quello del mantenimento del potere. L’invito di Stefano Parisi a unire le forze su Milano è stato accolto con lucidità e forza da un Corrado Passera generoso e decisivo. Un gesto da statista di quelli che la politica italiana aveva dimenticato.
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