Ci vorrebbe la penna di uno Swift piuttosto che di un Chesterton per raccontare gli ultimi consigli comunali di Vercelli, con una giusta punta di opportuno umorismo.
Nell’impresa si sono per ora cimentati in due. Il sindaco Maura Forte, con un comunicato inviato oggi ai giornali in cui spicca un clamoroso sbaglio di data (la sindaca scrive che il 16 marzo la minoranza aveva abbandonato l’aula, quando è vero esattamente il contrario, e cioè che a disertare il Consiglio, pur regolarmente convocato, era stata la sua maggioranza) e l’assessore competente allo Sport e soprattutto Piscine Carlo Nulli Rosso.
Quest’ultimo, sulla sua pagina Facebook, si è esibito in un piccolo capolavoro letterario, vale a dire il racconto breve che, in letteratura, annovera veri giganti come Buzzati, Borges, Alice Munro, Hemingway (i cui 49 Racconti sono, a nostro avviso, di qualità infinitamente superiore ai romanzi pur famosi come “Il Vecchio e il Mare” e “Per chi suona la campana”), Flanney O’ Connor e, soprattutto, Kafka, che ha scritto, nel 1918, il racconto breve più famoso al mondo “Un messaggio dall’imperatore”.
Incerto, se muoversi nel solco di Proust, capace di impiegare dieci pagine nella descrizione di un bicchiere, oppure di confrontarsi con i maghi della sintesi letteraria, l’assessore Nulli Rosso, ha optato per la seconda scelta. Ecco, testualmente, la sua opera, significativamente intitolata “Breve storia vergognosa”:
“La minoranza chiede il consiglio straordinario per discutere sul tema piscine. Per ben due sessioni consiliari escono e non discutono. Questa non è più democrazia, qui si strumentalizza il tema solo per biechi interessi di casacca. Il problema è che giocano sulla pelle della città. Un atto vile nei confronti di Vercelli, ma noi andiamo avanti”.
A parte l’aggettivo “vile”, che sembra cacciato lì solo per ottenere un effetto reboante, l’estrema sintesi (che noi da sempre apprezziamo in letteratura come nel giornalismo) ha fatto sì che il Nulli abbia deciso di sfrondare la sua prosa da inutili quisquilie, come ad esempio ricordare il fatto che il 16 marzo l’opposizione era regolarmente in aula, e con il numero legale garantito, mentre a non esserci era proprio la sua maggioranza. Ma non è una “dimenticanza” faziosa (“faziosi” sono solo i consiglieri di minoranza, vero Presidente Gaietta?), possiamo garantirvelo: si tratta di una mera scelta letteraria per non appesantire la prosa.
Sempre a proposito di invenzioni letterarie segnaliamo ancora il sindaco, che dopo la performance di ieri in aula (ha annullato il rincaro del sei per cento sulla Tari, sostenendo che però “non è un passo indietro”), ecco che, a commento del famoso Consiglio del 16, dichiara, a proposito dell’assenza globale della sua maggioranza: “…Pare strano che, dopo tre anni, la consuetudine di presenziare alla seconda convocazione non conti più nulla solo per una strumentalizzazione politica”.
Su questa affermazione apodittica, urgono un paio di riflessioni. La prima, che la “consuetudine”, come la chiama il sindaco, non data affatto da tre anni, bensì da due, da quando cioè la sindaca ha visto sbriciolarsi la maggioranza a causa del passaggio del gruppo SiAmo Vercelli all’opposizione, avvenuto nell’aprile del 2015.
Interrompendo una prassi inaugurata dal sindaco Bagnasco e poi ripresa da Corsaro, Maura Forte aveva deciso di non ricorrere alla doppia convocazione perché non ne aveva bisogno, visto che la sua maggioranza allora solidissima (21 consiglieri contro dodici) la tutelava da ogni sorpresa sul numero legale. Poi le cose sono cambiate, ma da meno di due, non da tre.
Sempre a proposito della controversia sui numeri, vorremmo ricordare a Maura Forte che l’opposizione al completo, dopo aver già fatto corregge alla giunta l’insulsa (e pericolosa) scelta di non separare il bando della costruzione della piscina-cabriolet da quello della gestione, ora sta cercando di chiudere il cerchio, impedendo al Comune di sprecare denaro pubblico (1 milione e 850 mila euro di base d’asta) in un’opera tanto onerosa quanto inutile, anziché concentrare sforzi e risorse verso una ristrutturazione seria del Centro Nuoto. L’architetto Paolo Pettene, persona di sicuro competente in materia, può benissimo stravedere per due vasche da 25 metri che sorgeranno a pochi centimetri l’una dall’altra. Ma, ricordando che egli è l’autore della revisione del progetto originario (ancora più discutibile dell’attuale) e che quindi non può certo rinnegare se stesso, noi ci permettiamo di osservare che due piscine coperte “dizigote” sono un’assurdità e uno speco, contro i quali ci batteremo usando tutte le armi in possesso di una minoranza: anche gli ingressi e le uscite strategiche per cercare di avere il sospirato numero in più in Consiglio.
Non un capriccio, ma una tutela per i cittadini.
Vercelli Amica
Maurizio Randazzo – Stefano Pasquino – Enrico De Maria