La provincia di Vercelli inglobata in un quadrante, con Biella, Verbano-Cusio-Ossola e Novara, con quest’ultima in un ruolo assolutamente egemone. Quando il progetto arrivava dalla giunta
regionale Cota era un’indecenza, una fesseria, un attentato alle autonomie. Ma adesso che il progetto è della nuova maggioranza guidata da Chiamparino, è una meraviglia. Parola dei dem vercellesi che, a sorpresa, mercoledì scorso, a Torino, durante la riunione del Cal, il Comitato autonomie locali, che doveva dare il proprio parere sul disegno di legge regionale numero 145, che tra poco andrà in discussione in aula, hanno votato sì. Per la precisione, il voto favorevole è stato espresso dall’assessore Carlo Nulli Rosso. Eppure il 28 settembre 2012, Nulli Rosso, con gli allora colleghi consiglieri provinciali Luigi Bobba (oggi sottosegretario del governo Renzi), Maura Forte (oggi sindaco di Vercelli), e Giovanni Corgnati (oggi consigliere regionale) avevano votato una delibera di Consiglio – approvata all’unanimità – in cui si proponeva al Cal di istituire la nuova Provincia di Vercelli e Biella, con capoluogo Vercelli, proprio contro la proposta di riordino della giunta regionale, allora di centrodestra, che prevedeva appunto l’ipotesi del quadrante. Votarono per la soluzione Vercelli-Biella i due Consigli provinciali, i due Comuni capoluogo (il sindaco di Vercelli era allora Andrea Corsaro) e cento Comuni delle due province. La proposta di Vercelli e Biella venne allora respinta dal Cal, ma, a sorpresa, passò poi in Consiglio regionale perché i consiglieri novaresi andarono sotto. Era, quella, una proposta appunto avanzata dalla giunta di centrodestra e dal Pd torinese. Nonostante sia il Comune di Vercelli sia la Provincia fossero allora governati dal centrodestra, sia Corsaro sia Riva Vercellotti non ebbero alcuna nel dire chiaramente “no” al progetto di riordino che prevedeva il quadrante e, ovviamente, il Pd vercellese e bellese si accodò denunciando l’inadeguatezza della proposta avanzata dalla giunta Cota.
Ma ecco che adesso il Pd (chissà perché?) ha cambiato idea. Il disegno di legge regionale che andrà in discussione a giorni si propone di scavalcare addirittura la riforma del titolo V della Costituzione (quella che prevede la scomparsa delle Province con la loro trasformazione in Eav: Enti di area vasta), ridisegnando l’architettura geo politica della nostra Regione prima della legge costituzionale in questo modo: la Città Metropolitana di Torino e tre ambiti ottimali: 1) Novara-Vercelli-Bella e Vco; 2) Asti e Alessandria; 3) Cuneo. Il voto nel Cal non è stato unanime: 16 sì e 8 no. E, tra i pareri non favorevoli, oltre a quello della Provincia di Vercelli e dell’Anpci (l’Associazione dei piccoli comuni), va segnalata addirittura la significativa astensione (che in ambito Cal equivale ad un voto contrario) dell’Anci regionale, di cui è presidente nientemeno che il sindaco di Novara. Andrea Ballaré non era presente, ma i rappresentante della sua Anci non ha votato a favore: cosa che invece ha fatto l’assessore Carlo Nulli Rosso. Era proprio necessario? Non poteva astenersi? La giustificazione che viene fornita dai dem vercellesi è che le cose, rispetto al 2012, sono cambiate e che questi quadranti, con la soppressione delle Province, consentiranno ragguardevoli risparmi sulla spesa pubblica. Vorremmo far loro notare che il possibile trasferimento del personale delle Province alle Regioni significherà invece esborsi addirittura superiori: è stata calcolato che, a parità di livello, un dipendente della Regione guadagna il 37 per cento in più rispetto ad un omologo della Provincia.
Il problema vero è che la Regione cerca di ridurre drasticamente, con questi accorpamenti, il numero degli interlocutori: è una mera questione politica e di potere. Ma per Vercelli questo vero e proprio ridimensionamento (è inutile nasconderlo: Novara sarà egemone nel nuovo riassetto territoriale) potrebbe comportare la perdita di servizi, uffici, posti di lavoro. Sinora il Quadrante, tanto decantato oggi dai dem, ci ha solo danneggiati. Per fortuna, e dobbiamo davvero ringraziarlo, ci ha pensato il prefetto Salvatore Malfi a battersi come un leone affinché Vercelli non perda la prefettura e, se così sarà, è naturale pensare che l’articolazione periferica dello Stato segurà la prefettura: in tal modo almeno non perderemo questura, comando dell’Arma, vigili del fuoco, etc.
Un prefetto, non vercellese, difende dunque il nostro territorio.
Quando si decideranno a farlo tutti i politici, indistintamente, non sarà mai troppo presto.
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