Sarà proiettato l’immortale “Tempi moderni” di Charlot e sarà regalata una maschera del grande comico. Unico “dovere” quello di scattare una foto “flash-mob” per immortalare l’evento.
Per rilanciarsi in grande stile, il rinnovatissimo cinema Italia di piazza Pajetta, riaperto dopo due anni e mezzo, regala una serata di cinema di qualità ai “cinefili” vercellesi: martedì sera, con inizio alle 21, verrà proiettato nella sala principale, la Kullmann, l’immortale capolavoro di Charlie Chaplin “Tempi moderni”. L’ingresso è libero fino, ovviamente, all’esaurimento dei 140 posti in sala. Agli spettatori, chiamati semplicemente ad una foto flash-mob per immortalare l’evento, sarà pure regalata una maschera di Charlot.
Girato nel 1936 da Chaplin, il film, che verrà presentato martedì in versione originale, con sottotitoli in Italiano, è considerato uno dei più importanti della storia del cinema. In piena esplosione del sonoro, Chaplin lo girò come fosse un film muto, fatta eccezione per la celeberrima scena in cui Charlot, cameriere e cantante in un ristorante, deve improvvisare una versione di “Io cerco la Titina” utilizzando una lingua inventata, che mischia parole, spesso storpiate, italiane, inglesi e francesi. Una sorta di straordinario grammelot, trent’anni prima di Dario Fo.
Per chi non lo avesse mai ammirato prima d’ora, un’occasione irripetibile di assistere ad un vero capolavoro che, tra l’altro, rappresenta il commiato cinematografico della figura del vagabondo inventata da Chaplin nel 1914, nella comica “Charlot si distingue”; tuttavia non sono in pochi ad individuare i tratti peculiari di Charlot anche nella figura del mite barbiere ebreo che, nel 1940, Chaplin contrappose al personaggio ispirato a Hitler ne “Il grande dittatore”. In “Tempi moderni”, le vicende del vagabondo si intersecano con quelle delle monella, cui presta i volto la deliziosa, bellissima Paulette Goddard, il cui rapporto con Chaplin, anche sentimentale, si protrasse per otto anni. La Goddard ebbe un’esistenza davvero intensa: diventò la musa (e forse anche la moglie, ma su questo matrimonio non ci sono mai state conferme ufficiali) di Chaplin dopo aver avuto piccoli ruoli nelle comiche di Stanlio e Ollio e, separatasi da Chaplin, ebbe ruoli importanti in altri film (tra i quali “Gli indifferenti” di Maselli, tratto dal romanzo di Moravia), e, infine, sposò il grande romanziere americano Erich Maria Remarque, con il quale andò a vivere in Svizzera, dove si spense nel 1990.
Al di là di queste note biografiche sulla protagonista, l’inquadratura finale di “Tempi Moderni”, con Charlot e la monella che si avviano, attraverso sconfinati spazi californiani, verso un futuro ricco di speranze e, forse, di opportunità di riscatto, è uno dei momenti-clou dell’intera storia del cinema, di Chaplin e tout court.
Enrico Demaria
Fonte: http://www.tgvercelli.it