Oggi l’editoriale del Secolo D’Italia, il giornale diretto da Francesco Storace, porta la firma di Giorgia Meloni. Sono molti gli argomenti toccati: si parte ovviamente dalla manifestazione indetta dal centrodestra per il 2 giugno e si finisce per toccare tutti i lati “oscuri” del decreto rilancio.
“All’indomani dell’approvazione del decreto “cura Italia” i parlamentari di Fratelli d’Italia hanno manifestato sotto palazzo Chigi, nel rispetto delle regole di sicurezza, per rappresentare la voce di milioni di cittadini dimenticati dal governo. Famiglie, imprese, interi settori e categorie dimenticati sono rimasti esclusi dal provvedimento dell’Esecutivo, che fino a quel momento era rimasto in silenzio di fronte al grido di allarme che arrivava dagli italiani sempre più in difficoltà.
L’eco internazionale della nostra mobilitazione, la prima italiana ai tempi del covid-19, ha costretto il governo a dire qualcosa e ad assicurare che il decreto di aprile avrebbe rimediato alle lacune. Ed è anche con questa speranza che abbiamo votato e contribuito in maniera determinante a far approvare lo scostamento di bilancio e autorizzato il governo a destinare altri 55 miliardi all’emergenza. Da quel momento ogni confronto con l’opposizione da parte della maggioranza rossogialla è saltato. Nessun contatto, nessuna notizia: tutte le informazioni sui provvedimenti ci sono arrivate a mezzo stampa.
Dopo due mesi e dopo aver cambiato nome al testo tre volte, siamo arrivati alle porte di giugno al ‘decreto rilancio’ annunciato in pompa magna in conferenza stampa ma del quale ancora non abbiamo il testo. Nelle ultime ore ci hanno addirittura fatto sapere che probabilmente se ne riparlerà lunedì. Quello che però abbiamo avuto modo di leggere sono bozze di un documento da 500 pagine e oltre 250 articoli che non danno risposte ma dispensano marchette e moltiplicano poltrone.
Pensiamo ad esempio al provvedimento sul consiglio di amministrazione di Enit per implementare le nomine da 3 a 5 oppure al bonus monopattino che dovrebbe evidentemente risolvere i problemi legati alla mobilità. E ovviamente la maxi sanatoria, con tanto di lacrime del ministro Bellanova, per gli immigrati clandestini. Provvedimento varato con la scusa di aiutare l’agricoltura quando tutte le associazioni di categoria del mondo agricolo chiedevano altre cose, come la reintroduzione dei voucher e i corridoi verdi per far arrivare in Italia immigrati regolari con esperienza nel settore.
E intanto c’è chi ha ricevuto a febbraio l’ultimo stipendio, autonomi che non hanno mai preso bonus da 600 euro, aziende che rischiano di non riaprire mai più e famiglie costrette a fare i salti mortali per conciliare i tempi dei figli con quelli del lavoro. È tempo di dare nuovamente voce agli italiani con una mobilitazione nel giorno della festa della Repubblica, il 2 giugno. Questa volta aperta all’apporto di tutto il centrodestra e del mondo dell’associazionismo e della società civile. Perché seppur la sinistra e Conte abbiano sospeso la nostra Costituzione l’Italia resta una democrazia nella quale il potere è nelle mani del popolo sovrano”.