Va nel verso giusto la misura del divieto della pubblicità e sponsorizzazioni del gioco d’azzardo contenuta nel decreto dignità. È un passo importante che contribuisce al riconoscimento e tutela della salute pubblica, perché il gioco d’azzardo fa male a tutti e la pubblicità ne aumenta il consumo.
Infatti la pubblicità è senza dubbio funzionale a un progetto industriale costruito per fidelizzare mediante la dipendenza da gioco d’azzardo un numero crescente di consumatori senza contare le opache relazioni che all’ombra di questo enorme giro di denaro si intessono con altri settori della vita sociale e politica.
Lo Stato ha l’obbligo di fronteggiare questa emergenza, ma non si può fermare qui.
Regioni ed enti locali continuano ad adottare misure più restrittive anche andando oltre i contenuti dell’Intesa raggiunta in Conferenza Unificata a settembre 2017, ancora inapplicata.
Un numero sempre maggiore di TAR, il Consiglio di Stato, la Corte Costituzionale danno infatti ragione ai comuni a testimonianza del loro buon lavoro.
La potestà regolamentare dei Comuni va dunque rafforzata con un provvedimento organico a livello nazionale.