Randazzo, Demaria e Pasquino chiedono al sindaco e all’assessore al Bilancio di approfondire che cosa sia accaduto tra il 2009 e il 2011 e che cosa si sta facendo per rateizzare l’esborso.
La notizia del clamoroso esborso di 751 mila euro che il Comune sarebbe tenuto ad eseguire nei confronti dello Stato sta mettendo a rumore tutto l’ambiente politico vercellese. I consiglieri comunali di minoranza di Vercelli Amica (Maurizi Randazzo, Enrico Demaria e Stefano hanno protocollato oggi un’interrogazione al sindaco e all’assessore al Bilancio, in cui si chiede di fare chiarezza su quella che lo stesso assessore ha definito una “scoppola” per il Comune. Tutto nasce da alcuni espropri che il Comune fece nel 1983 trasferendo poi i terreni ad una Coop che realizzò gli alloggi. Uno degli espropriati contestò i prezzi dell’esproprio fissati dal Comune -in base alle norme vigenti – e avviò una casusa che si è tascinata sino ai giorni nostri. Nel 2009 sull’argomento si è pronunciata la Corte di Giustizia Europea che ha condannato non il Comune di Vercelli, bensì l’Italia, a risarcire i tredici casi, riguardanti anche altri Comuni, che erano arrivati alla sua attenzione. Lo Stato italiano ha pagato, ma poi ha deciso di rivalersi sui Comuni. Per quanto riguarda Vercelli, il sollecito a pagare è arrivato nel 2011, ma, a quanto pare, da allora nessuno ha onorato quel debito né, pare, chiesto almeno di rateizzarlo. Il che è anche comprensibile: che cosa c’entriamo noi – si sarà detta la giunta Corsaro (tra l’altro maggioranza di centrodestra) con l’amministrazione del 1983 (tra l’altro si sinistra) che pagò quegli espropri contestati? Fatto che che la scelta di trasferire la patata bollente alle amministrazone future ha comportato che, oggi, Palazzo Chigi si è rifatto sotto, scrivendo, grosso modo, così: “Caro Comune, ci devi 751 mila euro e devi darceli entro un mese”. Un esborso abnorme per un Comune che deve fare i conti anche con i centesimi. Cosicché, i consiglieri comunali di Vercelli Amica chiedono adesso al sindaco di entrare nei dettagli della vicenda: di scoprire con quali atti gli amministratori e i dirigentidi allora risposero all’intimazione dello Stato e se sarebbe stato possibile, in base alle norme allora vigenti, ottenere un congruo sconto sul debito. Inolre i tre consiglieri comunali domandano se il debito compare nei bilanci a partire dal 2012 e, in caso negativo, perché non compare. Tra i quesiti contenuti nell’interrogazione, quello se il Comune si sta muovendo per tentare di rateizzare l’eborso. Interrogazione di Vercelli Amca a parte, si attendono altre reazioni: sarà curioso verificare se arriveranno soprattuto dalla maggioranza oppure dall’opposizone.
Fonte TGVercelli.it