Una nuova spedizione sui 6.194 metri del McKinley per il grande Silvio “Gnaro” Mondinelli significa semplicemente farsi “un giretto per divertirsi”. E non è spocchia per uno umile come il “re degli Ottomila” ma solo una constatazione.
La partenza per l’Alaska avverrà il 12 maggio e l’alpinista alagnese d’adozione non sarà solo: con lui ci sarà anche il borgosesiano Christian Gobbi (che era in tenda con “Gnaro” sul Manaslu nel settembre 2012 quando cadde una slavina da cui uscirono illesi) e un altro amico.
“Christian ha in mente di completare la spedizione scendendo con gli sci – dice Mondinelli -. Io ormai sono in luna calante ma mi piacciono sempre queste avventure”.
Per Gnaro sarà la seconda volta sulla vetta più alta dell’America Settentrionale, detta anche Denali: la prima risale esattamente a 20 anni fa, nel maggio 1994. “Fu una spedizione in cui, oltre a salire in cima – spiega – insieme ai miei compagni di allora recuperammo e seppellimmo il corpo di Gianni Calcagno, che era morto durante l’ascesa sulla Via Cassin due anni prima. Si tratta di una salita che è più lunga di quella dell’Everest, nonostante l’altitudine più bassa, perché tra la base e la vetta della montagna ci sono 5.600 metri di dislivello contro i 3.600 per arrivare in cima al tetto del mondo partendo dal campo base””.
Mondinelli nonostante si definisca in “luna calante” non si ferma e a 56 anni (da compiere il 24 giugno) è pieno di progetti. Brigadiere della Guardia di finanza in pensione dal 2010, membro delle guide alpine di Alagna, sta pianificando altri viaggi.
“Mi hanno coinvolto nel nuovo progetto di 7 mila miglia lontano (che nel 2012 ebbe come meta il Nepal per portare un pick up da attrezzare ad auto medicalizzata) – spiega – che per questa edizione è stato diviso in più tappe. Se gli impegni me lo permetteranno io dovrei far parte del tragitto che dal 15 novembre al 15 dicembre andrà dalla Bolivia all’Argentina toccando il Cile”. Con l’impresa del 2012 lo scopo benefico era rivolto agli Amici del Monte Rosa, la onlus che “Gnaro” aveva fondato con Renato Andorno e grazie alle quale è stata costruita la scuola di Namche Bazaar, nella valle del Khumbu, a 3.440 metri di altitudine, e l’ospedale di Malekhu, nel Distretto di Dhading. “Ma la fondazione a causa di problemi brucratici in Nepal non ha più futuro – commenta -. E soprattutto in un periodo di così grande crisi era diventato difficile chiedere soldi agli italiani quindi era inutile proseguire”.
Ma Silvio Mondinelli, che recentemente è stato scelto come testimonial per una campagna di comunicazione per l’Avis provinciale di Brescia (sua zona d’origine in cui vive dividendosi con Alagna) è già intento a organizzare un’altra impresa che questa volta lo terrà entro i confini nazionali. “Sto lavorando a un tour per l’Italia che avrà un doppio scopo – conclude -: benefico e per far capire il valore della montagna. Avevo in mente di farlo partire per il 2014 ma l’ho spostato nel 2015, sto ancora studiando i dettagli”.
FONTE: LA STAMPA