“L’eco dell’agricoltore – cultura e sapori” è un progetto editoriale creato da un gruppo di imprenditori collegati al mondo dell’”agri-cultura”, una finestra sul mondo agricolo a 360° attraverso la stampa di un magazine cartaceo con una tiratura di 15.000 copie e un portale web: www.ecoagricoltore.it che rappresenta un mezzo di informazione e confronto attraverso l’interazione con una redazione di esperti del settore agricolo e non solo. Un tempo parlare di agricoltura significava limitarsi alla sola fase di produzione di beni, con attività che si ripetevano sempre uguali di stagione in stagione. Oggi quando si parla di agricoltura si affronta un settore moderno con un alto contenuto di innovazione spesso collegato alla tradizione, in cui alla produzione si affiancano la gestione e la salvaguardia delle risorse ambientali e del territorio, la sicurezza alimentare e la tutela del consumatore.
I processi di trasformazione dei prodotti agricoli sono mutati passando da un mercato locale a un mercato globale con tutte le opportunità, i rischi, i vincoli normativi e le nuove esigenze qualitative. Da tutto questo nasce l’esigenza di valorizzare una cultura millenaria come quella agricola che è arte, storia e curiosità di luoghi e sapori del nostro territorio che sono unici al mondo.
La crescente industrializzazione della produzione agricola alimentare, cui si accompagna il crescente peso della grande distribuzione, la perdita del rapporto diretto fra l’agricoltore produttore e il consumatore sono problemi sentiti soprattutto dai consumatori che ricercano la diversificazione dei prodotti, la ricchezza di una sperimentata qualità, la possibilità di assegnare una provenienza di luogo a quanto giunge sulla nostra tavola.
L’eco dell’agricoltore attraverso il collegamento diretto con gli imprenditori del mondo agricolo che producono, trasformano in proprio e vendono prodotti tipici d’eccellenza, rappresenta una risposta concreta a questo crescente rischio di una discesa di qualità, di una standardizzazione, in una banalizzazione dei suoi prodotti che, perdendo di connotazione, portano a una sorta di “civiltà di massa a tavola”.